La privacy può essere applicata in modo troppo restrittivo? Secondo una recente sentenza del Tribunale di Treviso (316/2024), sì. Un docente era stato sanzionato per aver espresso valutazioni su studenti non nominati, ma potenzialmente riconoscibili, nella relazione di fine anno. La corte ha però annullato la censura, sottolineando l’importanza di un’applicazione equilibrata della normativa sulla privacy.

Questo caso evidenzia un punto cruciale: l’applicazione sproporzionata della normativa sulla privacy può ostacolare attività fondamentali, come la didattica. I docenti devono poter esprimere valutazioni, pur nel rispetto delle regole, senza il timore di sanzioni spropositate.

Cosa possiamo imparare?

  1. Equilibrio tra privacy e libertà professionale: Ogni applicazione normativa deve tenere conto del contesto in cui viene applicata.
  2. Chiarezza nelle linee guida: Le scuole devono fornire direttive chiare ai docenti su come rispettare la privacy degli studenti senza limitare la loro libertà di giudizio.
  3. Collaborazione tra istituti e Garante: Un dialogo costante con l’Autorità Garante può aiutare le scuole a evitare applicazioni rigide delle normative.

Le scuole hanno molto lavoro da fare a cominciare dal nominare un DPO e avvalersi del servizio che questa figura cruciale ha nel sistema di gestione della privacy. Scuole: evitate nomine solo formali o i danni saranno nel medio termine davvero pesanti.

La tutela della privacy è fondamentale, ma non deve soffocare la funzione educativa. Se la tua organizzazione ha bisogno di supporto su come gestire le norme sulla privacy in modo corretto, contatta subito i nostri esperti per una consulenza gratuita e personalizzata.


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