La tecnologia è praticamente alla base di ogni processo aziendale, ma più ci affidiamo ai nostri strumenti, reti e applicazioni, più abbiamo rischi da gestire legati alla perdita di dati. Ecco perché ogni azienda ha bisogno di un piano per ripristinare (il più rapidamente possibile) i propri sistemi IT in caso di guasto, in altre parole: un Disaster Recovery (DR).
Ma sapere cosa fare spesso è molto più facile che farlo davvero, infatti c’è una grande differenza tra pensare (in alcuni casi essere proprio convinti!) di essere preparati per un disastro e, invece, avere un piano DR completo, testato e attuabile.
I vantaggi nell’avere un piano di Disaster Recovery
Lo scopo di un piano di Disaster Recovery è ridurre i danni o le interruzioni e ripristinare il più rapidamente possibile i sistemi in caso di “disastro” conseguente di un guasto o una violazione.
I piani di Disaster Recovery di solito hanno due componenti chiave: un obiettivo del tempo di ripristino (RTO) e un obiettivo del punto di ripristino (RPO).
L’RTO è il tempo necessario per ripristinare i sistemi dopo un’interruzione, che determina quanto tempo è necessario per ripristinare le operation aziendali. L’RPO invece rivela la frequenza con cui deve essere eseguito un backup, stabilendo un limite per il periodo di tempo in cui l’azienda può sostenere la perdita di dati.
La creazione di un piano DR può avere vantaggi immediati. Ad esempio, poiché lo sviluppo del piano implica l’esecuzione di un audit delle risorse IT e degli accordi sul livello di servizio per ciò che l’azienda acquisto as-a-service, questo vi aiuterà a comprenderete meglio quali sono gli asset IT dell’organizzazione. Sapere chi è responsabile e di quali asset, aiuterà a comprendere come ripristinare correttamente i sistemi.
Cosa rende efficace un piano DR?
Il tuo piano di Disaster Recovery potrebbe sembrare buono sulla carta, ma senza un supporto pratico per sostenerne l’implementazione e l’attivazione, è improbabile che manterrà le sue promesse nel momento del bisogno. Come fare quindi? 3 Passi:
- Definire i ruoli e le responsabilità delle persone
Affinché qualsiasi piano di Disaster Recovery funzioni, ha bisogno di persone. Queste persone dovrebbero conoscere i loro ruoli all’interno del piano e dovrebbero ricevere una formazione in modo da sapere chiaramente cosa devono fare quando è il momento. - Stabilire un piano di comunicazione
Un piano di comunicazione nomina e formalizza gli uffici e i dipendenti coinvolti nel piano DR, con i relativi dettagli di contatto. Questo piano deve necessariamente includere anche fornitori, partner e clienti in qualche modo coinvolti nel processo. - Test regolari
Man mano che l’azienda cresce e la sua infrastruttura IT cambia, il piano di DR deve rimanere al passo con questi cambiamenti attraverso controlli e test regolari di funzionalità.
L’ascesa del Disaster Recovery-as-a-Service
Con così tante aziende che adottano servizi e applicazioni basati su cloud, le soluzioni di Disaster Recovery-as-a-Service (DRaaS) sono sempre più popolari.
Anche prima della pandemia, un stima di noti istituti di ricerca in ambito IT diceva che la metà di tutte le organizzazioni non sarebbe potuta sopravvivere a un disastro IT a causa dell’inadeguata pianificazione e implementazione di un DR.
I vantaggi di DRaaS includono:
- Ripristino più rapido con passaggio immediato a un sistema di backup aggiornato.
- Flessibilità: la capacità di recuperare da molti tipi di disastro con un’unica soluzione.
- Sicurezza: i provider DRaaS offrono una ridondanza continua senza un singolo punto di errore, per mantenere i dati in sicurezza.
- Minore necessità di hardware ridondante, poiché DRaaS offre modelli flessibili con pagamento in base alla crescita.
Una strategia strutturata di Disaster Recovery dovrebbe riuscire a garantire la business continuity, salvaguardando i dati anche in caso di eventi non prevedibili. Alla base di un Disaster Recovery valido c’è però una corretta backup strategy, due facce della stessa medaglia di cui vi parleremo in una altro articolo.
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