L’editore francese del “Le Figaro”  è subito una sanzione di 50.000 euro dall’autorità per la protezione dei dati francese (CNIL) dopo che è stato scoperto che il suo sito Web installava cookie pubblicitari di terze parti senza il consenso degli utenti.

La Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) ha imposto le sanzioni dopo che i controlli tra il 2020 e il 2021 hanno rivelato che i cookie venivano automaticamente posizionati sui computer dei visitatori del sito Web lefigaro.fr, senza che venissero avvisati o chiedendo il permesso.

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dell’UE impone che i siti web acquisiscano il permesso degli utenti prima che vengano installati i cookie con finalità di tracciamento e/o marketing, data la quantità di dati personali che raccolgono. I siti web sono inoltre tenuti a rispettare il rifiuto degli utenti se espresso. Le Figaro ha violato queste regole in quanto “non garantiva sistematicamente la raccolta del consenso”.

La multa è la più recente di una serie di sanzioni comminate dalla CNIL per violazioni della protezione dei dati, alcune delle quali sono state imposte ai giganti della tecnologia globale per milioni di euro.

Gli addetti ai lavori ritengono che il provvedimento della CNIL sia stato anche preso per fornire “un esempio per altri siti web e per far sapere all’industria che tali sanzioni non accadono solo a grandi aziende come Google e Amazon”.

Le violazioni relative ai cookie sono state al centro di una serie di recenti sentenze CNIL.

Nel novembre 2020, i rivenditori Carrefour France e Carrefour Banque sono stati colpiti rispettivamente da multe di 2,25 milioni di euro e 800.000 euro dopo essere stati scoperti per aver violato una serie di normative sulla protezione dei dati, inclusa la politica sui cookie del GDPR.

Un mese dopo, nel dicembre 2020, la CNIL ha anche emesso una serie di importanti multe contro i giganti della tecnologia Google e Amazon per mancato rispetto degli obblighi relativi ai cookie.

Google ha ricevuto una sanzione pari a 100 milioni di euro per un reato simile a quello del Le Figaro, dopo che è stato scoperto che i siti web francesi della società avevano installato cookie sui computer degli utenti senza il loro previo consenso. Google ha poi impugnato la decisione in tribunale, sia contestando i termini delle sanzioni sia contestando la giurisdizione della CNIL.

Non c’è dubbio che quello dei cookie sia un tema caldo e che presto anche gli altri garanti privacy (quello italiano incluso) passeranno all’attacco per debellare, si spera in maniera definitiva, l’utilizzo selvaggio di questo strumento del digital marketing.

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