Siamo all’11 ottobre 2020 e si registrano, da parte degli operatori food & hospitality, comportamenti non a norma e soprattutto passibili di sanzioni (anche salate) in ambito trattamento dati personali.

L’emergenza sanitaria, conseguenza dell’infezione da CODID-19, ha determinato un cambiamento radicale delle abitudini quotidiane di ognuno essere umano, anche di quelle più semplici e spontanee come bere un caffè al bar o mangiare in un ristorante

Non a casa, le attività di bar, ristorazione e catering sono state destinatarie le prima catergorie a sottoposte a restrizioni sugli orari di apertura e poi di un provvedimento di chiusura totale a fronte del quale solo alcuni – compatibilmente con i costi di esercizio – ha in qualche modo riadattato la propria attività avviando o incrementando l’asporto e la consegna a domicilio (le uniche consentite). 

Ora quindi, dall’inizio della FASE 2, bisogna fare i conti con DPCM, Provvedimenti Regionali, Regolamenti Comunale e chi più ne ha più ne metta per destreggiarsi tra vincoli, obblighi e responsabilità alla ricerca di un delicato punto di equilibrio tra la auspicata ripresa di una normalità e i suoi “costi”.  In tutto questo, ci viene chiesto spesso: “ma quali obblighi ci sono per trattare i dati <<covid-19>> e di nostri clienti?”

Ci piace essere diretti e non far perdere tempo a chi ci segue ecco perchè riteniamo pratico ed efficace reindirizzare tutti a un PDF fornito dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali.
Non bisogna inventarsi nulla. Non serve un parere legale da sviluppare dopo approfondita analisi, è tutto scritto nella tabella che potete scaricare 2 righe più sotto. Provare per credere.

Buon lavoro a tutti!

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